
Devi dichiarare i conti esteri? Dopotutto, sono soldi tuoi. Non stai certo nascondendo miliardi nei paradisi fiscali - magari si tratta solo di uno o due vecchi conti rimasti aperti dai tempi dell'università o da un'esperienza di lavoro all'estero. Eppure, se non vengono dichiarati, quei conti potrebbero costarti caro. Ecco cosa devi sapere.
I conti bancari aperti all'estero vanno dichiarati
In linea generale, sei tenuto a dichiarare qualsiasi conto bancario aperto all'estero. L'obbligo riguarda anche i conti online, le neo-banche, gli investimenti effettuati all'estero (come le polizze vita) e persino gli asset digitali, come le criptovalute. Il principio è semplice: garantire che tutti i tuoi redditi siano correttamente dichiarati e non nascosti in conti esteri. Negli ultimi anni, i vari Paesi hanno rafforzato la cooperazione internazionale per contrastare l'evasione fiscale. Per evitare problemi, informati bene sulle norme vigenti nella nazione in cui sei fiscalmente residente.
Esempi pratici
Il governo australiano informa che i redditi percepiti all'estero - stipendi, dividendi, pensioni, ecc. - devono essere dichiarati. Questo implica anche comunicare all'amministrazione fiscale australiana i conti bancari esteri su cui tali redditi vengono depositati.
Nel suo rapporto dedicato ai conti bancari e finanziari detenuti all'estero, l'Agenzia delle Entrate statunitense (IRS, Internal Revenue Service) precisa che l'obbligo non riguarda solo i cittadini americani, ma anche i residenti fiscali.
In Francia, lo Stato avverte che l'obbligo di dichiarazione si estende anche ai contratti di assicurazione sulla vita e ai conti online, criptovalute e anche alle piattaforme digitali per musica, film o altri prodotti digitali.
Eccezioni all'obbligo di dichiarazione
Esistono tuttavia situazioni in cui non sei tenuto a dichiarare uno o più conti esteri. Negli Stati Uniti, ad esempio, l'esenzione riguarda i conti intestati a enti governativi o internazionali, quelli collegati a banche militari americane o a regimi pensionistici specifici.
In Francia, un conto bancario estero non va dichiarato solo se soddisfa tutte le seguenti condizioni: è utilizzato esclusivamente per pagamenti online e incassi; l'importo complessivo dei fondi movimentati in un anno non supera i 10.000 euro; il conto è collegato a un conto corrente aperto in Francia.
Attenzione: le tre condizioni devono essere rispettate contemporaneamente. L'obbligo può riguardare anche servizi come PayPal, ma solo se rientrano nei requisiti sopra indicati.
Ogni Paese stabilisce autonomamente i criteri per le esenzioni. In caso di dubbi, è sempre consigliabile rivolgersi all'amministrazione fiscale del Paese in cui si è residenti.
Conti esteri non dichiarati: quali sono i rischi?
Come prevedibile, il rischio di sanzioni esiste. L'amministrazione fiscale del Paese interessato potrebbe mostrare una certa tolleranza, ma solo se riesci a procare che si è trattato di un errore involontario. Ad esempio, potresti non essere stato a conoscenza dell'obbligo di dichiarare i conti esteri.
È più probabile che l'errore venga tollerato se si tratta di un conto con movimentazioni minime o privo di redditi significativi. Al contrario, giustificare la mancata dichiarazione diventa molto più difficile in presenza di più conti con somme elevate, soprattutto se aperti in Paesi a fiscalità agevolata.
In ogni caso, la raccomandazione è una sola: regolarizza la tua posizione il prima possibile.
Esempi pratici
Nel Regno Unito è obbligatorio dichiarare i conti esteri all'HM Revenue & Customs (HMRC), l'autorità fiscale britannica. Se ti accorgi di non aver dichiarato un conto estero e segnali spontaneamente l'omissione, l'HMRC può adottare un approccio più tollerante. Se invece ometti volontariamente informazioni per pagare meno tasse, l'autorità può richiedere il versamento delle somme non dichiarate, applicando una sanzione che può arrivare fino al doppio dell'imposta dovuta.
In Francia, per ogni conto estero non dichiarato è prevista una multa di 1.500 euro. L'importo sale a 10.000 euro se il conto è aperto in uno Stato che non ha siglato una convenzione contro la frode e l'evasione fiscale con la Francia. In alternativa alla sanzione, può essere applicata una maggiorazione dell'80% sull'imposta dovuta, purché non sia inferiore all'ammenda prevista.